Il trattamento a cui mi affido, ormai da più di vent’anni, per curare la cellulite è la carbossiterapia.
Andiamo, però, con ordine.
La cellulite, si sa, la si vede e la si “mostra” in estate, che sia cellulite sulle cosce o sui glutei o anche sulle braccia.
Se si vuole fare qualcosa prima di “scoprirsi” non bisogna aspettare la primavera. Il momento migliore per cominciare a occuparsene é già ora, anche se siamo in Gennaio.
La cellulite é un insieme di alterazioni della cute e del connettivo la cui causa principale é il rallentamento del microcircolo che porta ad una stasi venosa e di conseguenza all’accumulo di liquidi negli spazi interstiziali. Questo edema causa la sofferenza del tessuto connettivo e delle cellule adipose e la successiva comparsa di micro e macronoduli e di fibrosi.
Ecco perché il nome più corretto sarebbe “pannicolopatia edemo fibro-sclerotica (PEFS).
In parole povere la cellulite è un’alterazione del tessuto sottocutaneo dovuta ad “un problema di circolazione”.
La carbossiterapia, che è il trattamento che propongo alle mie pazienti per combattere la cellulite. Si tratta di una soluzione non complessa: si tratta di anidride carbonica iniettata nel tessuto.
Questo trattamento é efficace contro la cellulite perché l’anidride carbonica (CO2) è un potente vasodilatatore che agisce attivando il microcircolo.
Non è un trattamento doloroso né invasivo, tutt’altro. Anzi, è molto più naturale di quanto ci si immagini.
Il ciclo terapeutico e composto abitualmente da dieci o dodici sedute a cadenza settimanale.
Il risultato del trattamento dipende principalmente dal grado di severità della cellulite.
Talvolta alla carbossiterapia per risolvere la cellulite in modo profondo unisco o alterno la mesoterapia.
Con mesoterapia si intende la somministrazioni di farmaci per via intradermica superficiale o profonda usando aghi appositi. Abitualmente utilizzo farmaci naturali che scelgo e miscelo personalizzando il trattamento.
La sedentarietà aumenta la cellulite
La sedentarietà, la cattiva alimentazione, salare troppo gli alimenti ed eccedere con i fritti o i dolci vanno a peggiorare la cellulite.
Pertanto prima di iniziare un percorso di carbossiterapia cerco di spiegare alla paziente che sarà importante anche la sua collaborazione.
Cosa intendo?
Intendo che anche la paziente bisogna che faccia la sua parte: é necessario che aumenti il movimento e che curi maggiormente l’alimentazione.
Sono questi gli elementi che vanno a facilitare la “guarigione” e permettono al trattamento di essere più efficace.
Perché parlo sempre al femminile? Perché dico sempre “la paziente” e mai “il paziente”?
Motivo semplice: la cellulite gli uomini non ce l’hanno, ed è una questione ormonale.
Gli estrogeni sono responsabili dell’effetto di rilasciamento sulle fibre elastiche dei vasi capillari. Come conseguenza dalla perdita del tono e dall’aumento della permeabilità capillare si ha una fuoriescita di liquido nello spazio intercellulare. Ed è l’invasione del liquido nello spazio intercellulare stesso che va a provocare la cellulite vera e propria.
Al progesterone, invece, è imputabile la maggior ritenzione di sodio e di acqua.
In alcune donne l’assunzione della pillola anticoncezionale scatena la comparsa della pannicolopatia.
La cellulite non è solo un “problema” estetico.
La cellulite, come abbiamo detto, è una alterazione del tessuto sottocutaneo provocata soprattutto da un problema circolatorio.
Noi ad occhio nudo vediamo la pelle a buccia d’arancia, all’interno, però, c’è qualcosa di più.
Non è solo una questione di inestetismo.
Il miglioramento che la carbossiterapia porta alla cellulite passa attraverso l’effetto terapeutico sulla circolazione, sulla ritenzione idrica e sul ritorno venoso.
Non è un caso se dopo aver fatto un ciclo di carbossiterapia le pazienti spesso riferiscono di sentirsi le gambe “più leggere” e di vedere migliorare i problemi di gonfiore alle gambe,
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